Cusumano – Hotel de la Ville, Roma – Giovedì 25 giugno 2020

L’azienda è stata fondata da Alberto e Diego Cusumano nel 2001 a Partinico dove ha sede, produce vini eleganti e identitari in cinque tenute: Ficuzza a Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, San Giacomo a Butera (Caltanissetta), Presti e Pegni sulle colline di Monreale, Monte Pietroso a Monreale, San Carlo a Partinico (Palermo). Nel 2013 la famiglia Cusumano ha creato infine Alta Mora racchiudendo sotto un unico nuovo marchio le contrade di Guardiola, Pietramarina, Verzella, Feudo di Mezzo e Solicchiata sull’Etna. Una mappa precisa e accurata così come i loro vini capaci di raccontare angoli e prospettive diverse l’isola stessa.

In Primavera fioriscono i territori del vino e i paesaggi del mondo di Bacco si fanno incantevoli: raccontaci cosa ha di speciale il tuo terroir, il suo elemento più caratteristico e il tuo vino più territoriale che rispecchia meglio dove nasce.

Non c’è una sola Sicilia. Ce ne sono tante. Su quest’isola la geografia cambia facilmente. È per questo che siamo andati in cerca di terreni diversi, con caratteristiche proprie, per le tenute. Quando nel 2000 abbiamo deciso di dare inizio al nostro progetto, sapevamo che era indispensabile partire da vigneti di proprietà, usare solo le nostre uve. Oggi, produciamo 12 vini eleganti e identitari in cinque diverse tenute. A queste si aggiunge poi Alta Mora, la tenuta dell’Etna.

Abbiamo cominciato vicino a Partinico, con Tenuta San Carlo. È qui che si trova la cantina di vinificazione, sede della nostra azienda, con il baglio ottocentesco, la torre che dà il nome alla contrada, e il giardino storico. Nel vigneto adiacente produciamo il Moscato dello Zucco. La storia di questo Moscato bianco risale alla metà dell’Ottocento, quando Henri d’Orléans, duca d’Aumale, lo produceva tra Partinico e Terrasini. Già all’epoca era considerato uno dei migliori Moscati d’Italia e conobbe una grande diffusione in Europa.

La prima tenuta acquisita è stata Tenuta Ficuzza, nell’omonimo bosco, a Piana degli Albanesi, su colline che superano i 700 mt slm. Una Sicilia inaspettata, di montagna, tra Palermo e Corleone. Abbiamo scelto di tenere su parte della proprietà i boschi e la macchia mediterranea. Qui nasce il nostro Jalé, da uve Chardonnay dallo storico vigneto “del ventaglio” per la sua caratteristica forma. Uno Chardonnay che conquista per intensità, freschezza e pulizia. Da un blend di Insolia e Chardonnay nasce anche l’Angimbé, affabile come l’estate siciliana, grazie all’Insolia, complesso come lo Chardonnay.

Da Ficuzza siamo arrivati a Butera, Tenuta San Giacomo: la terra è come il torrone siciliano, bianco, candido, che nasconde mandorle e pistacchi. Il terreno calcareo ricco di trubi bianchi riflette il sole e la forte escursione termica tra giorno e notte (400 mt slm) fa sì che l’uva mantenga una forte acidità. Non si vede il mare, ma si sente nel vento. Qui prende vita Sàgana, dalle uve dello storico Vigneto del Torrone Bianco, complessità mediterranea, l’interpretazione più autentica del Nero d’Avola, ambasciatore di Cusumano nel mondo. E qui nasce anche Disueri, Nero d’Avola in purezza, succoso e piacevole.

Poi a Presti e Pegni e a Monte Pietroso, a Monreale, vicino a Palermo. Tenuta Presti Pegni è la Sicilia dell’immaginario di tutti: calore e potenza, ma anche grande complessità grazie a terreni, argillosi e compatti. Qui, per suolo e microclima, i vitigni internazionali – Merlot, Cabernet Sauvignon, e soprattutto Syrah, sicilianità, potenza, con il Nero d’Avola a fare da punto fermo. Dal Vigneto sotto le case di Tenuta Presti e Pegni, la parcella di vigne vecchie di Nero d’Avola, Merlot e Cabernet Sauvignon, da cui nasce Noà, un blend in cui la potenza del Nero d’Avola incontra la morbidezza di Merlot e Cabernet Sauvignon in un taglio bordolese di Sicilia. Dall’incontro del Syrah con un Nero d’Avola in una veste complesse, raffinata, nasce invece Benuara, spiccata eleganza e bevibilità.

A Tenuta di Monte Pietroso, terreno franco sabbioso ideale per il Grillo, a 500 mt slm. Freschezza naturale e sapidità per più carattere, eleganza e capacità di invecchiamento. Qui nasce Shamaris, un Grillo di collina e al tempo stesso marino.

Nel tuo territorio quali sono gli abbinamenti territoriali classici per i tuoi vini? E in giro per il mondo quali gli abbinamenti esotici che sono riusciti meglio?

La Sicilia è cibo, qui identità e mescolanza. È una melanzana cresciuta nell’orto. Un’arancia appena raccolta. Una manciata di spezie. E i nostri vini si sposano perfettamente con i frutti della nostra terra e, soprattutto, del nostro mare. L’Angimbè sa accompagnare antipasti e crudi di pesce, linguine allo scoglio, pesce azzurro grigliato. Shamaris è perfetto con uno spaghetto con cozze e pomodoro secco, bucatini alle sarde con mollica di pane tostata, pinoli e uvette, o con la spigola in tegame alla eoliana. I sapori più decisi di una caponata siciliana, di uno spaghettone artigianale ai gamberi rossi di Mazara e bottarga, o di una tagliata di tonno al pistacchio si abbinano al Disueri, mentre quelli di una tartare di scottona autoctona o di una pasta fresca al pomodoro e melanzane fritte al nostro Benuara.

Dai nostri viaggi abbiamo scoperto anche abbinamenti nuovi e audaci. Tra i meglio: Angimbè con ceviche di salmone e avocado; Shamaris con un risotto al gambero rosso e lime o con un piatto a base di petto di pollo, mela verde e mandorle; Disueri con petto d’anatra cotto a bassa temperatura, salsa all’arancia e nocciole tostate; Benuara con il pollo al curry.

Vini in degustazione:

Angimbè 2019 Tenuta Ficuzza

Shamaris 2019 – Tenuta Montepietroso

Disueri 2019 – Tenuta San Giacomo

Benuara 2017 – Tenuta Presti e Pegni

Cusumano Srl Società Agricola  – SS 113 Km 307, Contrada San Carlo – 90047 Partinico (Pa) – 091 8908713/8900589 – www.cusumano.it