Poggio Torselli – Obicà, Firenze – Giovedì 24 settembre 2020

Poggio Torselli è una storica tenuta fondata nel 1427 nel Chianti Classico, a San Casciano in Val di Pesa. Nota per aver visto avvicendarsi nei secoli importanti famiglie della nobiltà toscana, tra cui i Machiavelli, possiede uno dei più bei giardini all’italiana del Paese, con un agrumeto con oltre 130 piante. Dal 1999 la tenuta è della famiglia Zamparini, appassionata di agricoltura, che avvia un’importante opera di recupero e valorizzazione di Villa, giardino, parco, uliveti e vigne. Da qualche anno ha intrapreso un percorso vinicolo di grande serietà, fatto di scelte sostenibili per produrre vini a minimo intervento umano e di alta qualità. La Tenuta comprende 22 ettari vitati, di cui 13 a Sangiovese, 4 a merlot, 3 a cabernet sauvignon e cabernet franc e un ultimo tra uve chardonnay, sauvignon e traminer. L’annata 2019 ha prodotto circa 50.000 bottiglie, divise in tre IGT Toscana e tre Chianti Classico DOCG da uve Sangiovese.

Arriva l’autunno e il vino italiano si prepara ad un’altra stagione dove dovrà dimostrare di essersi saputo rinnovare come comunicazione e approccio al mercato: con quale vino vi presentate al “ritorno a scuola”? Su cosa punterete per l’immediato futuro?
Negli ultimi anni abbiamo avviato una radicale trasformazione. Con l’arrivo del nuovo enologo Eduardo Colapinto nel 2017 è iniziato un percorso di conversione all’agricoltura biologica e biodinamica, scegliendo un’agricoltura sostenibile e rispettosa. L’obiettivo è rendere i terreni sempre più sani e vitali. In vigna si pratica una forte zonazione, valorizzando le differenze e le peculiarità di ogni vigneto. Le rese sono basse e non si procede a cimature, così da migliorare la maturazione dell’uva e preservarne l’acidità. La vendemmia è esclusivamente manuale, l’uva viene riposta in piccole cassette e immediatamente trasferita in cantina per la pigiatura. L’identità del frutto è rispettata senza aggiunte, con una minima quantità di solfiti. Il processo fermentativo avviene esclusivamente grazie a lieviti indigeni. Il vino sosta per lungo tempo sulle fecce, così da aumentarne morbidezza e complessità, proteggendolo e riducendo ulteriormente l’uso di solforosa. È solo embrionale ma promette bene il progetto di eliminare, in futuro, le operazioni di chiarifica e filtrazione. Anche l’uso del legno è poco invasivo, prediligendo botti grandi o barrique usate per far emergere il carattere originario del vitigno. In sostanza l’obiettivo è un nuovo approccio alla produzione che definiamo olistico: la vite è parte di un più ampio organismo vivente e come tale dev’essere trattata.

Avremo uno degli chef più famosi d’Italia ovvero Fulvio Pierangelini a Roma e l’estrosa creatività di Obica a Firenze, raccontaci il piatto o la situazione più particolare cui hai visto abbinare il tuo vino nella prossima stagione.
Poiché i vini testimoni del nuovo corso fanno ora il loro debutto sul mercato nazionale e internazionale non ci siamo ancora imbattuti in abbinamenti audaci e singolari, ma siamo certi non tarderanno arrivare!

Vini in degustazione
Poggio Torselli Bizzarria IGT Toscana Rosso 2018
Poggio Torselli Chianti Classico DOCG 2017
Poggio Torselli Chianti Classico Riserva DOCG 2016

Poggio Torselli srl soc.agr. Via Scopeti, 10 – 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI) –  376 0363979 – 055 8290241