Firenze è città del vino. E al vino e al territorio intorno alla città dove esso viene prodotto i suoi destini sono legati da secoli. La viticoltura da sempre occupa un posto importante, sia per la definizione dell’aspetto del paesaggio rurale, sia per i rilevanti aspetti economici che ne derivano. Una passeggiata in città, la lettura di una guida o lo sguardo a una mappa sono sufficienti a farci comprendere il rilievo del vino nel capoluogo toscano. Troviamo via Vinegia, via della Vigna Nuova, via della Vigna Vecchia, nonché via della Pergola e il viuzzo delle Vigne. L’antico nome di Santa Maria Novella era Santa Maria Inter Vineas; ed era chiamato San Jacopo tra le vigne un importante convento. Citazioni e rimandi sono moltissimi nel mondo dell’arte e della letteratura, ma anche nel corpo stesso della città: basti pensare ad esempio alle innumerevoli buchette del vino, quelle piccole aperture che compaiono in tanti palazzi del centro storico. Insomma tutto testimonia dei legami fortissimi tra la viticoltura, la storia, la vita stessa di Firenze e delle sue campagne circostanti. Nessun’altra città al mondo inoltre può vantare come Firenze una concentrazione così alta di nobili casate legate al vino, di cui troviamo tracce in palazzi e nomi delle strade, casate che ancora oggi animano il panorama enologico nazionale.
Ai giorni nostri resta molto, moltissimo – a livello di produzione – di questa storia e dei tanti secoli di attività intorno alla città. Gran parte è racchiuso nel patrimonio vinicolo rappresentato dal Consorzio del Chianti Colli Fiorentini, il cui simbolo è il Marzocco, il leone che regge l’asta del giglio fiorentino sulla sommità della torre di Palazzo Vecchio. Le vigne lambiscono ancora la città, anche se a Firenze non c’è più un’azienda vinicola, ma sono numerosissime nei suoi dintorni e più di 30 fanno parte del Consorzio che, dopo una serie di passaggi iniziati nel 1932, ha ottenuto nel 2004 il riconoscimento definitivo da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
I vignaioli consorziati interpretano in modo diverso il Sangiovese, vitigno principe della denominazione, che spesso sposa altri vitigni autoctoni toscani, come il Canaiolo e il Colorino. E notevoli sono le differenze dovute alle singole zone, alle diversità dei terreni, ai vari microclimi. C’è chi privilegia un approcio più classico e chi invece riesce a dare un taglio più moderno al prodotto. Però il Chianti Colli Fiorentini ha tutte le carte in regola per essere un vino comunque adeguato alle richieste più attuali dei consumatori. Tra le caratteristiche più rintracciabili, sicuramente ci sono i colori brillanti, i profumi freschi e il grande equilibrio, con un corpo mai eccessivo e un uso del legno moderato, se non addirittura inesistente nella tipologia annata.
Consorzio Chianti Colli Fiorentini – Viale Belfiore 9 – 50144 Firenze – 055 3245750 – www.chianti-collifiorentini.it, info@chianti-collifiorentini.it